Le più belle poesie d’amore per San Valentino

Un mazzo di fiori, una cena romantica, un viaggio, un peluche oppure dei gioielli: come celebrazione del giorno di San Valentino le persone si scambiano doni speciali e personalizzati. Ad accompagnare questi pensieri non possono mancare bigliettini e note d’amore.

Regalare fiori d’amore è una scelta che va fatta con cura, ma anche scegliere gli auguri di San Valentino è importante. E se i bigliettini non fanno per te o vivete un amore a distanza, abbiamo pensato anche a dei messaggi d’amore da inviare alla tua metà e da abbinare a dei bellissimi Fiori dell’amore.

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Cosa scrivere sul biglietto di San Valentino

Sapere cosa scrivere sul biglietto di San Valentino non è sempre semplice. È per questo che abbiamo condiviso le più belle poesie d’amore per San Valentino, per dare un piccolo aiuto agli innamorati in mancanza d’ispirazione.

15+1 poesie d’amore per San Valentino

L’amore: i più grandi poeti di tutte le epoche hanno sempre celebrato questo magico sentimento nonché importante tema ispiratore nella poesia. Qualunque sia l’epoca e il movimento, i poeti di tutto il mondo hanno messo il loro inchiostro migliore al servizio delle parole del cuore.

Da Shakespeare a Montale passando per Pablo Neruda e Oscar Wilde, da quelle più lunghe a quelle più brevi, ecco una selezione di sedici poesie che rappresentano una vera miniera di informazioni e spunti per aiutarti a scrivere una dichiarazione d’amore e altri messaggi romantici per San Valentino. Lasciati ispirare delle poesie romantiche che abbiamo scelto per te e la tua metà.

William Shakespeare: “Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate?”

“Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate?” o “Sonetto 18” è il diciottesimo dei Sonnets di William Shakespeare. 

“Dovrei paragonarti ad un giorno d’estate?
Tu sei ben più raggiante e mite:
venti furiosi scuotono le tenere gemme di maggio
e il corso dell’estate ha vita troppo breve:
talvolta troppo cocente splende l’occhio del cielo
e spesso il suo volto d’oro si rabbuia
e ogni bello talvolta da beltà si stacca,
spoglio dal caso o dal mutevol corso di natura.

Ma la tua eterna estate non dovrà sfiorire
nè perdere possesso del bello che tu hai;
nè morte vantarsi che vaghi nella sua ombra,
perchè al tempo contrasterai la tua eternità:
finchè ci sarà un respiro od occhi per vedere
questi versi avranno luce e ti daranno vita.” 

Pieter Van Der Meer: “Io non ti conoscevo”

“Io non ti conoscevo” è una poesia d’amore di Pieter van der Meer de Walcheren, poeta e scrittore olandese.

“Non ti pare meraviglioso?
Io non ti conoscevo,
tu ignoravi la mia esistenza.

Pensa; e se le strade della vita
sulle quali noi camminiamo
non si fossero mai incontrate?

Una inezia, un ostacolo qualunque,
e noi saremmo rimasti lontani,
non ci saremmo conosciuti mai.

Sono talmente convinto
che era necessario che noi ci incontrassimo
che questo pensiero mi fa paura.

Dovevamo incontrarci,
perché Qualcuno ci guidava.” 
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Pablo Neruda: “Sonetto XVII”

Il “Sonetto XVII” è una poesia d’amore estratta da “Cento sonetti d’amore” di Pablo Neruda.

“Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.

T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti” 

Alan Douar: “Quando ti chiedi cos’è l’amore”

“Quando ti chiedi cos’è l’amore” è una poesia d’amore di Alan Douar.

“Quando ti chiedi cos’è l’amore,
immagina due mani ardenti
che si incontrano,
due sguardi perduti l’uno nell’altro,
due cuori che tremano
di fronte all’immensità di un sentimento,
e poche parole
per rendere eterno un istante.”

Eugenio Montale: “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale”

“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” è la poesia n. 5 di Xenia II di Eugenio Montale, poi inserita all’interno della raccolta Satura.

“Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.”
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Jacques Prévert: “Tre fiammiferi”

“Tre fiammiferi” è una delle poesie d’amore più famose di Jaques Prevert. 

“Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.”

Elizabeth Barrett Browning, “Se devi amarmi”

“Se devi amarmi” di Elizabeth Barrett Browning è una delle poesie più note dell’autrice inglese ottocentesca, ispirata alla reale storia d’amore vissuta con il marito.

“Se devi amarmi, per null’altro sia
se non che per amore.
Mai non dire:
t’amo per il sorriso,
per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno.
Queste son tutte cose
che possono mutare, amato,
in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto chi ebbe a lungo il tuo conforto,
e perderti.
Soltanto per amore amami e per sempre, per l’eternità.”

Alda Merini: “Ho bisogno di sentimenti”

“Ho bisogno di sentimenti” è una poesia d’amore di Alda Merini estratta da “La volpe e il sipario” (1997).

“Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’ orecchio degli amanti.

Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario.

Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.”
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Nazim Hikmet: “Che sta facendo adesso”

“Che sta facendo adesso” (1944) fa parte delle “Lettere dal carcere a Munevver” di Nazim Hikmet.

“Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
E’ a casa? Per la strada?
Al lavoro? In piedi? Sdraiata?
Forse sta alzando il braccio?
Amor mio
come appare in quel movimento
il polso bianco e rotondo!
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?
Un gattino sulle ginocchia
lei lo accarezza.
O forse sta camminando
ecco il piede che avanza.
Oh i tuoi piedi che mi son cari
che mi camminano sull’anima
che illuminano i miei giorni bui!
A che pensa?
A me? o forse… chissà
ai fagioli che non si cuociono.
O forse si domanda
perché tanti sono infelici
sulla terra.
Che sta facendo adesso
adesso, in questo momento?”

Gaio Valerio Catullo, “Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo”

“Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo è una poesia d’amore estratta dal Carme 5 di Gaio Valerio Catullo, uno dei carmina più conosciuti.

“Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo,
e ogni mormorio perfido dei vecchi
valga per noi la più vile moneta.
Il giorno può morire e poi risorgere,
ma quando muore il nostro breve giorno,
una notte infinita dormiremo.
Tu dammi mille baci, e quindi cento,
poi dammene altri mille, e quindi cento,
quindi mille continui, e quindi cento.
E quando poi saranno mille e mille,
nasconderemo il loro vero numero,
che non getti il malocchio l’invidioso
per un numero di baci così alto.”

Victor Hugo: “L’uomo e la donna”

“L’uomo e la donna” è una delle poesie d’amore più famose di Victor Hugo.

“L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.

L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.

L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.

L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.

L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.

L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.

L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.”
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Oscar Wilde: “Una rosa rossa”

“Una rosa rossa” è estratta dal libro L’anima dell’uomo sotto il socialismo di Oscar Wilde.

“Una rosa rossa non è egoista perché vuole essere una rosa rossa.
Sarebbe terribilmente egoista se volesse che i fiori
del giardino fossero tutti rossi e tutte rose.

Kahlil Gibran: “L’amore non dà nulla fuorché sé stesso”

“L’amore non dà nulla fuorché sé stesso” è una poesia d’amore di Kahlil Gibran.

“L’amore non dà nulla fuorché sé stesso
e non coglie nulla se non da sé stesso.
L’amore non possiede,
né vorrebbe essere posseduto
poiché l’amore basta a all’amore.

Nizar Qabbani: “La data della mia nascita”

“La data della mia nascita” è una poesia d’amore di Nizar Qabbani.

“Continui a chiedermi la data della mia nascita
prendi nota dunque
ciò che tu non sai,
la data del tuo amore:
quella è per me la data della mia nascita.
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Gabriele D’Annunzio: “Rimani”

“Rimani” è una poesia d’amore estatta da Canto novo (Milano, Treves 1896) di Gabriele D’Annunzio.

“Rimani! Riposati accanto a me. Non te n’ andare.
Io ti veglierò. Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorché di essere venuta a me,
liberamente, fieramente. Ti amo.

Victor Hugo: “Faccio tutto ciò che posso”

“Faccio tutto ciò che posso” è una poesia d’amore di Victor Hugo a Juliette Drouet.

“Faccio tutto ciò che posso
perché il mio amore
non ti disturbi,
ti guardo di nascosto,
ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo
e la mia anima ovunque
vorrei posare i miei baci:
sui tuoi capelli,
sulla tua fronte,
sui tuoi occhi,
sulle tue labbra,
ovunque le carezze
abbiano libero accesso.”

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