Le Stelle di Natale decorano l’ingresso, l’Albero di Natale è stato posizionato e addobbato a dovere mentre i Centrotavola richiamano l’atmosfera delle feste: abbellire la propria casa per il Natale è un vero e proprio rituale che diventa un momento ancora più magico se condiviso con amici e parenti.
È proprio mentre pensiamo alle decorazioni e a tutto il necessario che non dobbiamo dimenticarci di una tradizione fondamentale: il Panettone di Natale! Scopriamo insieme qual è la storia e la tradizione legata a questo buonissimo dolce.
La leggenda del Panettone di Natale
Nel periodo delle feste, cibo e tradizione non possono mancare. Sono tantissime le usanze che, da Nord a Sud, danno vita a un momento di convivialità tra amici e parenti.
È il caso del Panettone, celebre dolce natalizio ormai diffuso in tutta Italia: le sue origini sono da sempre oggetto di contesa fra gli storici, ma sono tre le leggende più note relative all’invenzione di questo ricco dolce natalizio.
La leggenda del Pan de Toni
Secondo alcuni, l’etimologia di questa parola deriva da un episodio risalente alla vigilia di Natale del 1495. Presso la corte di Ludovico il Moro, in vista del banchetto natalizio, alla cottura del dolce viene assegnato il giovane Toni. Tuttavia, la stanchezza di quei giorni frenetici e l’innocenza della sua età portarono il giovane servo ad addormentarsi per qualche istante, bruciando il dolce della festa. Toni decise così di sacrificare l’unico panetto di burro conservato dalla madre per le festività natalizie. Lavorandolo a più riprese con farina, uova, zucchero e uva sultanina, ottenne un lievitato soffice e saporito. È così che il pane dolce che aveva deliziato i nobili palati di corte divenne el pan de Toni: il panettone.
Panettone d’amore
Un’altra leggenda, invece, vuole il panettone al centro d’una storia d’amore tra Ughetto, figlio di Giacomo Atellani, e Adalgisa, figlia di un fornaio meneghino. Gli Atellani però, vista la cattiva reputazione del forno e le pessime condizioni finanziarie della famiglia di Adalgisa, osteggiano le nozze. Tuttavia, spinto dall’amore per Adalgisa, Ughetto decise di farsi assumere presso la stessa bottega per risollevare le sorti del forno. Con l’obiettivo di migliorare il sapore del pane, allora, vi aggiunge zucchero e burro ma anche uova e cedro candito. Il successo è quasi immediato, perché quel pane finisce per andare immediatamente a ruba. È a questo punto che la famiglia Atellani, convinta della genuinità dell’amore di Ughetto per Adalgisa e dal miglioramento delle finanze della famiglia di fornai, decide finalmente di acconsentire alle nozze.
Il pane delle monache
L’ultima leggenda è quella meno conosciuta, legata alla suor Ughetta che, con l’avvicinarsi delle festività natalizie, decise di preparare un dolce capace di confortare le consorelle durante questo periodo dell’anno. Così, all’impasto del pane, aggiunge anche zucchero, uova, burro e cedro candito, diventando popolare in tutta la città di Milano.
La vera origine dal Panettone di Natale
La vera origine del panettone, in realtà, va ricercata nell’usanza diffusa nel Medioevo di celebrare il Natale con un pane più ricco di quello di tutti i giorni. La sera del 24 dicembre si poneva nel camino un grosso ciocco di legno e, nel contempo, venivano portati in tavola tre grandi pani di frumento, materia prima per l’epoca di gran pregio. Il capofamiglia ne serviva una fetta a tutti i commensali, serbandone una per l’anno successivo, in segno di continuità.
L’abitudine di consumare pane di frumento a Natale, quindi, è molto antica e condivisa da molte città italiane ed europee.
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